Chiudere la giornata con una manganellata in testa presa nei pressi di Piazza Maggiore a BO per mano di un lungimirante carabiniere in tenuta antisommossa in servizio per blindare lo spettacolare sproloquio, a cui volevo assistere, tra l’altro senza contestare, dei vari Bossi, Tremonti e compagnia bella che domenica sera hanno parlato (non so se il verbo sia quello giusto) in piazza per appoggiare il candidato sindaco Bernardini, non è esattamente quello che mi aspettavo (chi vi scrive è l’antitesi del contestatore/fomentatore), comunque tutto fa curriculum, basta essere vivi a raccontarlo. Nonostante il mio personalissimo incasso della serata, quello che più mi ha amareggiato (eufemismo) non è stata la carica che ha investito me e una collega quindicina che si è presa due pugni volontari e simultanei sui seni conditi da un “Troia!” sempre da un altro dei lungimiranti celerini, quanto, piuttosto, la selezione compiuta dalle forze dell’ordine sulle persone che volevano accedere alla piazza.
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Appello per I Siciliani
Dopo l’assassinio mafioso di Giuseppe Fava, il 5 gennaio 1984, i redattori de I Siciliani scelsero di non sbandarsi, di tenere aperto il giornale e di portare avanti per molti anni la cooperativa giornalistica fondata dal loro direttore, affrontando un tempo di sacrifici durissimi in nome della lotta alla mafia e della libera informazione. Anni di rischi personali, di stipendi (mai) pagati, di concreta solitudine istituzionale (non una pagina di pubblicità per cinque anni!)
Oggi, a un quarto di secolo dalla morte di Fava, alcuni di loro (Graziella Proto, Elena Brancati, Claudio Fava, Rosario Lanza e Lillo Venezia, membri allora del CdA della cooperativa) rischiano di perdere le loro case per il puntiglio di una sentenza di fallimento che si presenta – venticinque anni dopo – a reclamare il dovuto sui poveri debiti della cooperativa. Il precetto di pignoramento è stato già notificato, senza curarsi d’attendere nemmeno la sentenza d’appello. Per paradosso, il creditore principale, l’Ircac, è un ente regionale disciolto da anni.
E’ chiaro che non si tratta di vicende personali: la redazione de I Siciliani in quegli anni rappresentò molto di più che se stessa, in un contesto estremamente difficile e rischioso. Da soli, quei giovani giornalisti diedero voce udibile e forte alla Sicilia onesta, alle decine di migliaia di siciliani che non si rassegnavano a convivere con la mafia. Il loro torto fu quello di non dar spazio al dolore per la morte del direttore, di non chiudere il giornale, di non accettare facili e comodi ripieghi professionali ma di andare avanti. Quel torto di coerenza, per il tribunale fallimentare vale oggi quasi centomila euro, tra interessi, more e spese. Centomila euro che la giustizia catanese, con imbarazzante ostinazione, pretende adesso di incassare per mano degli ufficiali giudiziari.
Ci saranno momenti e luoghi per approfondire questa vicenda, per scrutarne ragioni e meccanismi che a noi sfuggono. Adesso c’è da salvare le nostre case: già pignorate. Una di queste, per la cronaca, è quella in cui nacque Giuseppe Fava e che adesso, ereditata dai figli, è già finita sotto i sigilli. Un modo per affiancare al prezzo della morte anche quello della beffa.
La Fondazione Giuseppe Fava ha aperto un conto corrente (che trovate in basso) e una sottoscrizione: vi chiediamo di darci il vostro contribuito e di far girare questa richiesta. Altrimenti sarà un’altra malinconica vittoria della mafia su chi i mafiosi e i loro amici ha continuato a combatterli per un quarto di secolo.
Elena Brancati, Claudio Fava, Rosario Lanza, Graziella Proto, Lillo Venezia
I bonifici vanno fatti sul cc della “Fondazione Giuseppe Fava”
Credito Siciliano, ag. di Cannizzaro, 95021 Acicastello (CT)
iban: IT22A0301926122000000557524
causale di ogni bonifico: per “I siciliani”
Per chi non li conosce:
http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Fava
http://it.wikipedia.org/wiki/I_Siciliani
http://www.girodivite.it/-Pippo-Fava-.html
La coscienza civile si risvegli, la libertà di dissenso va difesa
L’appello può essere sottoscritto su petizionearrestig8.noblogs.org
Rdb-Cub, Confederazione Cobas, Coordinamento cittadino di Lotta per la Casa – Roma, Action – Roma, Blocchi Precari Metropolitani – Roma, Rete delle/degli Indipendenti, Comitato madri per Roma città aperta, HorusLiberato2.0 – Roma, LOA Acrobax – Roma, Esc Atelier Occupato – Roma, CoMUniA – Roma, Sapienza in Onda, Studentesse e Studenti Roma 3 in lotta contro il G8 – Infoxoa – USI AIT – Circolo Arci Island PG – Associazione Sindacale BioS/S.Precario – ChainWorkers – Valverde Social Forum